La scorsa settimana, assieme all’educatrice che si occupa del nostro servizio “Lembo del Mantello” femminile, mi sono recata a Venezia ed in particolare nella bellissima isola della Giudecca. Di certo non è stato un viaggio di piacere, la nostra finalità era infatti quella di incontrare tre donne, che attualmente si trovano rinchiuse presso la casa circondariale di Venezia e ambirebbero a poter finire di scontare la loro pena qui in Villa Savardo.
Quando ho saputo che era stata accettata da parte del Giudice la mia richiesta di poter entrare, ero euforica ed allo stesso tempo molto curiosa e perplessa rispetto al fatto che ancora non sapevo cosa mi aspettasse, quali emozioni avrei provato e soprattutto se sarei stata in grado di reggere l’incontro con queste persone.
Una volta arrivate nei pressi della Casa di reclusione, devo ammettere che si fa fatica a realizzare di trovarsi in un posto di questo tipo, si tratta infatti di un antico monastero fondato nel XII secolo, tra le eleganti calle di Venezia.
Siamo entrate, abbiamo accolto e ascoltato le storie di vita delle donne, poi ci siamo fatte raccontare il perché siano arrivate a compiere azioni che le hanno portate a trovarsi recluse in un carcere. Mi ha stupito il fatto che non erano timorose nell’ aprirsi con noi, pur non avendoci mai viste prima.
Da un punto di vista umano, è stato per me molto emozionante poter incontrare e parlare con loro che sono persone che spesso e volentieri vengono stigmatizzate ed escluse dalla società per i reati che hanno compiuto, ed essere stata in grado di vederle semplicemente come donne in difficoltà, andando oltre l’immagine di loro quali donne detenute.
Mi sono sentita molto coinvolta nei loro racconti e avrei voluto poter fare loro ancora tante e tante domande.
È stata un’esperienza molto forte dal punto di vista emotivo e non nascondo che sarei molto felice di avere l’opportunità di ripeterla!
Giorgia Rampon