In questi mesi passati fino ad ora in Villa Savardo, mi sono sorti tanti punti di riflessione.
Vorrei parlarvi di uno di questi in particolare: mi capita spesso in questi giorni di fermarmi a riflettere sul fatto che tutti noi abbiamo numerose, numerosissime interazioni con altre persone nella vita di tutti i giorni. Interagire con una persona non implica farci assieme tanti grandi discorsi, può trattarsi semplicemente di un breve dialogo, una richiesta di informazioni, una battuta, uno sguardo e così via…
Ma quante di queste interazioni contano veramente nel quotidiano per noi? E soprattutto… quando la semplice interazione di tutti i giorni, può diventare una relazione?
Stare qui in Villa Savardo mi sta permettendo di aprire ampie riflessioni in merito alla delicatezza che occorre per poter entrare in relazione con una persona che, di punto in bianco, entra nella nostra vita.
Parlo di delicatezza perché sappiamo che chi viene ospitato in questa struttura, si trova in un momento della vita molto delicato e spesso porta dentro sé una storia fatta di sofferenza e fatiche.
Va da sé che queste persone facciano spesso molta fatica ad entrare in relazione con il prossimo, hanno bisogno di prendere fin da subito le distanze per potersi riservare il tempo di studiarlo e metterlo in qualche modo alla prova.
All’inizio mi spaventava un po’ questo “abisso relazionale” che sentivo tra me e le ospiti, poi piano piano, giorno per giorno, evento per evento, ho iniziato a sentire che “qualcosa” stava evolvendo.
Oggi, a cinque mesi dall’inizio dell’esperienza di Servizio Civile, ci sono momenti in cui la fatica dei primi giorni si fa ancora sentire, nonostante le ospiti mi vedano cinque giorni su sette.
Questa fatica però non mi spaventa assolutamente, anzi è proprio questa a permettermi giorno per giorno di riflettere su quanta energia vada investita al fine di creare delle relazioni (che siano basate possibilmente sulla fiducia) con le persone a cui la vita non sempre ha sorriso.
Mi piace utilizzare la metafora di una piantina che va annaffiata, prestando molta attenzione, per far sì che un giorno possa crescere e fiorire al meglio… ma non dimentichiamoci che ci sono anche quei fiorellini che crescono tra le crepe nell’asfalto!
Giorgia Rampon