Il 12 marzo è stato l’ultimo giorno che il Centro Diurno, dove svolgo il mio servizio, è rimasto aperto. La chiusura è stata decretata dallo Stato Italiano, a causa dello sviluppo sempre più veloce della pandemia da Covid-19 che sta coinvolgendo tutto il nostro territorio nell’ultimo mese, per cui non era possibile, per il Diurno, rispettare la normativa di sicurezza con le persone che frequentavano il luogo stesso.
Le ultime settimane erano diventate difficili, si è complicata ancora di più la permanenza presso i nostri locali, soprattutto quando hanno attuato la chiusura totale delle scuole. Ogni giorno tra le educatrici ed io venivano formulate mille domande di come potevamo aiutare sempre di più e al meglio i ragazzi, sempre rispettando le nuove regole, certo non si può nascondere che avevamo anche noi un po’ di paura e di ansia.
Negli ultimi giorni era molto divertente osservare i ragazzi come si approcciavano tra loro in modo scherzoso, infatti alcuni prendevano un metro e cercavano che ogni persona restasse a tale distanza l’uno dall’altro, altri prendevano più righelli per raggiungere tale misura e poi tracciare una circonferenza ipotetica intorno alla sedia dove erano seduti, altri invece entravano incappucciati nella stanza per evitare l’eventuale contagio; erano tutti degli esempi molto simpatici con i quali i ragazzi avevano interpretato a loro modo il nuovo decreto.
Concludendo vorrei riportare una frase espressa da Papa Francesco,che vuole sottolineare l’importanza della preghiera, spesso viene messa in secondo piano, perché ci aiuti in questo momento difficile:
“Alla pandemia del virus vogliamo rispondere con la universalità della preghiera, della compassione e della tenerezza. Rimaniamo uniti.”
Samuele Moresco