Le storie delle donne di Villa Savardo sono molte e diverse tanto che il solo punto in comune tra tutte pare essere la sofferenza e le dure sfide poste loro dalla vita. Sicuramente non si arriva in comunità perché la propria vita è un susseguirsi di successi e felicità, tuttavia non dobbiamo dimenticare, in primis le ospiti, che i momenti bui esistono ed esisteranno sempre ma non per questo non si sarà più in grado di provare gioia e amore verso qualcun’altro. A volte davanti ad una tazza di tè mi capita di chiacchierare con le ospiti. Oh come sembrano insignificanti i miei problemi di fronte ad alcuni di quelli che loro devono affrontare quotidianamente e, all’opposto, che sciocchezze mi sembrano causare litigi o drammi all’interno della comunità, come il menù da decidere per la sera. Sono problemi, nessuna li può evitare per sempre, li proviamo tutte prima o poi. Ma sapete cosa accomuna le donne di Villa Savardo, me e tutte le donne? La forza. Nelle sfide di ogni giorno, piccole o grandi che siano. A volte mostriamo la nostra forza con le urla ed altre in totale silenzio. Ognuna di loro, e di noi, piano piano trova la forza e la motivazione per cambiare qualcosa nella sua vita che non va: possono essere i figli, può essere il ritrovato amore verso sé stessa, può essere talvolta perfino la rabbia che si prova a generare nuova energia. Quanto forti sono le donne. Quanto forti siamo. Tutti prima o poi se ne accorgeranno ed anche se così non fosse, noi non smetteremo mai di esserlo.
Ilaria Giaretta
(L’immagine di copertina è una delle opere della serie “tatuaggi gentili” dell’artista Lucille Ninivaggi)