Il centro diurno accoglie anche alcuni bambini e ragazzi delle scuole primaria e secondaria di primo grado che hanno dei bisogni educativi, scolastici e/o relazionali specifici. In questi primi mesi di servizio civile, ho avuto modo di entrare in relazione anche con loro e di informarmi in merito a questi temi. Alcune conoscenze le ho apprese durante l’università ma è in questo periodo che ho potuto approfondirle confrontandomi con le educatrici e anche leggendo alcuni testi. Prima, quando sentivo parlare di BES, ADHD e DSA non riuscivo a definirli in maniera precisa, ma ora che mi sento più sicura, mi piacerebbe riuscire a spiegarli brevemente ai nostri lettori.
L’acronimo BES fa riferimento ai bisogni educativi speciali che un bambino può manifestare con continuità per determinati periodi, per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, socioeconomici, linguistici e/o culturali.
L’acronimo DSA invece, si usa per indicare i cosiddetti disturbi specifici dell’apprendimento che possono determinare delle difficoltà nella lettura, nella scrittura e/o nel calcolo e di conseguenza anche nell’apprendimento. Tra i DSA più conosciuti troviamo la dislessia, la disgrafia, disortografia e la discalculia.
Infine, si utilizza l’acronimo ADHD per definire un disturbo caratterizzato da alti livelli di disattenzione e iperattività. Un bambino che presenta questo disturbo fatica a rimanere concentrato e seduto per un periodo di tempo prolungato.
Pian piano sto anche imparando alcune strategie per relazionarmi al meglio con questi bambini. In particolare, ho capito l’importanza di incoraggiarli, di gratificarli quando riescono a portare a termine un esercizio, ma anche di dare loro delle regole chiare e semplici.
Si tratta di bambini che hanno bisogno di essere seguiti maggiormente e necessitano di trovare strategie diverse per apprendere e dimostrare le loro abilità ma non per questo le loro difficoltà devono essere vissute come dei problemi, anzi. Ogni persona è unica ed irripetibile, piena di risorse, ha limiti, ha in sé una originalità che è sempre arricchente per l’altro nonostante sia grasso, dislessico, miope, diabetico, vivace.
Ogni bambino, così come ognuno di noi, è quello che è: unico ed originale.
Laura Bernardi